La pianura si chiama Pamir e per attraversarla ci vogliono 12 giorni ,durante i quali non troverete nulla se non un deserto privo di abitazioni o di qualsiasi cosa verde,tanto che i viaggiatori sono obbligati a portare con se qualsiasi cosa di cui hanno bisogno. La regione è cosi alta e fredda che non vedrete volare neppure un uccello. E devo sottolineare anche che, a causa del gran freddo , il fuoco non brucia in maniera cosi luminosa e che non riscalda come è solito fare normalmente..

Marco Polo , Il Milione

mercoledì 30 luglio 2014

Alone it’s better

Secondo molti, un viaggio ha inizio solo nell’istante in cui ci si mette realmente in movimento. 
Non sempre ! A volte il viaggio inizia mesi prima. 
Quando in una sera d’inverno, spegnendo la luce che impedisce alla mente di volare, inizi a chiederti quale sogno vorresti realizzare, quale aria vorresti respirare, o semplicemente quale terra vorresti calpestare. Ad un tratto la mente sorvola confini lontani e velocemente scivola lungo la superfice liscia di una carta geografica ormai stampata nella mente, raggiunge un luogo, ci si sofferma ed infine spunta un sorriso. Gli occhi si riaprono, il cuore batte forte ed è qui che inizia il viaggio. 
Peccato che nella realtà non sia poi così semplice sorvolare i confini come invece ci si riesce con la mente. Già……..servono i visti, i documenti e le impronte digitali ( alle quali darò spazio più avanti ). Abbiamo atteso molto per scrivere questo post, abbiamo atteso che i passaporti rientrassero nelle nostre mani dopo un viaggio lungo tre mesi attraverso svariati consolati sparsi in mezza europa, agenzie le quali si fregiano di mille capacità nell’aggirare difficoltà burocratiche per poi scoprire che sono solo bravissimi nell’addebitare costi astronomici. 
In questi mesi dedicati all’inseguimento dei passaporti ed i relativi visti, Gisella si è prodigata nell’avere cura di accudire con atteggiamenti di grande cortesia i vari impiegati dei mille uffici coinvolti. Telefonate condite con frasi tipo “ buona sera gentilissimo Antonio, volevo gentilmente sapere se cortesemente potesse darmi qualche informazione su dove possano essere i nostri passaporti “ oppure “ buongiorno signorina Marta, la ringrazio molto in anticipo se potesse …..bla bla…” per poi chiudere la telefonata con la solita frase che ormai riecheggia in casa “ sti stronzi !!” Ma ora ci siamo. I passaporti sono rientrati e possiamo finalmente parlare di quella che sarà la via che seguiremo. 
Partiremo sabato, direzione Bologna…....tappa enogastronomica a base di gnocco, tigelle e Lambrusco. Credo che nel documentarsi sulla Lonly Planet Gisella abbia intuito la gran fame che patiremo nei giorni a seguire. 
Raggiungeremo la Grecia da Ancona, attraverseremo nuvamente la Turchia per andare a trovare il mio amico cameriere ai piedi del monte Ararat. 
Entreremo in Iran, questa volta tenendoci alti sopra Teheran per raggiungere il confine Turkmeno, posticino che già dalle prime avvisaglie si preannuncia……..simpatico. Saremo obbligati a viaggiare seguendo una sorta di scorta. Un tipo che già sappiamo non parla Inglese ma ci guiderà per 3 giorni attraverso il territorio. Perché 3 giorni vi chiederete …… anche noi ce lo chiediamo……infatti pensavamo di percorrere la distanza in solo 2 giorni ma a quanto pare quando entri in Turkmenistan non sei più tu a decidere……. La sera c’è il coprifuoco, gli hotel sono pochi e non credo molto piacevoli. Considerando che, tra l’altro, tutte le stanze sono microfonate e sei controllato anche su cosa dici, occorrerà mantenere una calma olimpica, una dialettica controllata evitando di lasciarsi andare ad esternazioni critiche………….. 
Finalmente raggiungeremo il Tajikistan e da li saliremo sulla Pamir Highway, meta del nostro viaggio, immagine del sogno di quella notte d’inverno. Saliremo su, lassù dove il cielo è blu e qual poco di ossigeno che c’è sarà solo per noi. Saliremo a 4655 metri sul livello del mare. Oggi parlando di questo con un amico, questi mi chiedeva “ e come si sta a quell’altezza, come andrà la moto, come farete a dormire ?”…………. Non ho risposte, e soprattutto non desidero averle ora ! 
quello che so è che lassù vedrò cose che non ho mai visto, sentirò quel vento che non ha mai soffiato per me altrove. Vedrò le cime di montagne alte 7000 metri, sarò parte del cielo e mi solleverò in punta di piedi, allungando le mani per toccarlo, per volare, ma terrò comunque ben saldi i piedi in terrà perché il viaggio continua. 
Scenderemo in Kyrgikstan,poi l'Uzbekistan e da li torneremo a casa……….perchè poi alla fine, per come sono fatto io, parto anche per il piacere di tornare……..sino a quando qualcuno lo vorrà. 
Scriveremo ogni giorno, ma non potremo aggiornare il blog ogni giorno. In Iran è vietato e credo anche in Turkmenistan. Spariremo dal mondo, salvo la traccia trasmessa dal nostro emettitore GPS visibile sul nostro sito. Spariremo si, ma non per quelli a cui vogliamo bene. Non è, e non sarà mai la distanza ad affievolire un rapporto. 
Parto con mille pensieri che porto con me. Con mille volti, parole, sorrisi, lacrime e sguardi di persone a me care. Prometto di tenerli chiusi e custoditi come diamanti sino a quando sarò lassù, e solo allora li libererò a quel vento che, soffiando forte, li porterà lontano……….senza confini, visti, passaporti, impronte digitali, scorte e gli amici “stronzi” delle agenzie di Gisella. 
Pronti a partire quindi, come auguro a voi tutti. 
Ma l’augurio più grande che mi viene dal cuore è quello di non smettere mai di sognare ad occhi aperti ! perché a volte si avverano, perché chi non sogna invecchia prima, perché ci si sente ricchi, pronti a tutto, perché come mi ha insegnato una piccola principessa nell’ultimo anno, nulla può farci smettere di sognare anche quando pensi di mollare tutto. 
Mai mollare, mai arrendersi, il mondo gira e noi con lui ma non voglio limitarmi ad essere da lui trasportato, quello accadrà solo un giorno………..ma sino a quel momento io girerò più forte ! Seguiteci, ci sentiremo meno soli………….anche se poi alone it’s better 


mercoledì 23 luglio 2014

Testa a Testa

Mancano meno di due settimane alla partenza, sono diretto a Napoli per lavoro e mentre gli occhi osservano lo scorrere delle regioni Italiane, la mente analizza quanto già fatto sin d'ora e quanto ancora manca all'appello per poter finalmente dire......siamo pronti.
L'assillo di dimenticare qualcosa è sempre presente, ed immancabilmente ci sono cosa che vengono in mente esattamente quando non puoi occupartene.
Notoriamente il gabinetto è un luogo meditativo di forti ispirazioni, così le lunghe riunioni alle quali partecipo, guardando negli occhi il mio interlocutore ed intanto pensando " ah già, devo sistemare la chiave delle candele sotto la sella....appena sarò a casa lo devo fare".
Peccato che mentre in quell'istante la mente sia completamente proiettata a fissare il concetto della chiave delle candele, nel rientrare a casa, come un tarlo, un buco nero si insinua nel cervello. Ci pensi, ci ripensi, non ci dormi, fissi alcuni punti fissi della casa per cercare uno spunto nel ricordare, nulla....
Riprendendo quasi del tutto il titolo di un famoso film "sotto il cranio...niente "
Gisella ed io siamo terrorizzati dal rischio di dimenticarci qualcosa di importante.
D'altronde, per l'ultimo viaggio in West Sahara, non ho forse lasciato a casa l'intero kit di riparazione delle gomme ?
Ecccccchesara' mai......? In compenso però ci siamo ricordati di portare le ciabatte ....
Quindi, quest'anno, stimolati dalla nostra continua ed inesorabile maturazione...... ( la metto così perché se pronuncio la parola "invecchiare" Gisella si incazza ), abbia studiato un metodo !
Un modo infallibile di mantenere vigile e attenta la nostra materia grigia.
Si tratta di una derivazione tecnologica a ritroso del famoso concetto di computer: Due fogli di carta appesi alla porta di casa !!!!
Uno è di Gisella, l'altro mio.
La regola è semplice! ogni volta che ci viene in mente qualcosa, che si sia seduti sulla tazza del cesso, in riunione a Napoli, o chissà dove, uno dei due aggiunge il nuovo pensiero al foglio di propria competenza. 
Ovviamente, la regola richiede anche che poco alla volta questi promemoria diventino realtà e solo successivamente cancellati.
Le due liste sono partite insieme, ed anche le voci in esse inserite avevano all'incirca lo stesso numero.
Poi, stranamente, la mia ha iniziato a crescere.
Nei rari rientri a casa dalle mie varie trasferte, mi colpisce la lunga fila di voci che, onestamente, non ricordavo.
Mi avvicino alla porta, indosso gli occhiali, guardo bene e riconosco una calligrafia che non è la mia....
Guardo Gisella, la quale senza attendere la domanda, inarcando le sopracciglia come un bimbo sorpreso a fare una marachella, dice " eh va beh.....le mie sono più difficili delle tue".
Sfruttando quindi il principio che cita, non è la quantità ma la qualità .....ha autonomamente deciso di affidare a me pensieri suoi.
A dire la verità ha ragione.
L'occuparsi di tutti i visti, i documenti e tutte quelle cose che per uno come me risultano essere argomenti da extraterrestri, deve essere stato davvero difficile.
Ogni qualvolta uno di questi va in porto, con grande soddisfazione mista a cattiveria, Gisella si accanisce sul foglio e utilizzando una penna come fosse un coltello con il quale colpire, cancella la voce in oggetto.
Ormai è come fosse una gara fra lei e me a chi termina prima la lista, un vero e proprio testa a testa.
Ed oggi per Gisella è un gran giorno in quanto questa sera potrà cancellare la voce relativa al Carnet de Passage !!!!
Mitica !!! Nonostante i problemi sorti dopo il cambio di moto, non si è data per vinta ed ha ricominciato tutto il processo, lungo, complesso ed in qualche misura costoso.
Ora mi trovo in svantaggio io, direte voi ?
Già ......sarebbe andata così in effetti.......se.....
..........ma secondo voi, la chiave delle candele.......in che lista è finita ??

Ahahahahah
Il testa a testa continua !!

Ciao
Gianni





lunedì 7 luglio 2014

2505600 secondi alla partenza

Respiriamo in media una volta ogni tre secondi, questo significa che ci mancano 835200 respiri prima che la chiave ruoti, il cruscotto della moto si illumini, il motore inizi a rombare e Gisella mi dica......ok, puoi andare.
Manca poco, volerà questo tempo come sempre accade.
Ci sveglieremo con i soliti, costanti, infiniti mille dubbi, le consuete incertezze, l'agitazione di aver scordato qualcosa.
L'unica cosa che non scordo mai di portare via, anche se invece magari altri credono io ci riesca, è la paura.
Paura di cosa poi ?
In fin dei conti non dovrei averne. Ma sono fatto di carne e credo che non esista al mondo essere umano in grado di definirsi tale senza che lui stesso abbia, magari ben nascosta, una piccola dose di paura.
Il coraggio più grande infatti, sta nel superarle, non nel non averle !
Se così è ......allora sono coraggioso.
Manca poco, ed avendo dovuto modificare i nostri piani, ridefinendo alcune cose di poco conto, come ad esempio la moto che ci condurrà lassù dove l'aria ci costringerà a respirare in media una sola volta al secondo, visto la pochezza di ossigeno che contiene, ci siamo dedicati ad un po' di sano, rilassante e utilissimo shopping.
Ma per farlo.....non siamo andati all'outlet come magari molti possono pensare, bensì al BMW Biker Meeting di Garmish.
Si radunano circa 40000 moto ogni anno. Gente da tutte le parti del mondo, viaggiatori come noi, appassionati, semplici amanti delle due ruote bavaresi e facoltosi imprenditori che non sapendo come spendere i 20000 euro guadagnati nell'ultimo mese decidono di acquistare una moto, un capo di abbigliamento, un casco in carbonio per poi esibirsi in tutta la loro riluttante italianità.
Noi siamo lì per altro.
Ci servono alcuni accessori per la nostra Alba, si, la nostra BMW alla quale abbiamo dato il norme che appartiene al momento più bello di ogni giornata, l'alba appunto.
Non mancano i consueti fiumi di birra, amici con i quali condividerne un boccale, le donne tedesche alte e possenti che al confronto io sembro un bambino e poi loro, gli uomini.
Mi piace la mentalità del tedesco. Mi piace il loro modo di vivere secondo delle regole rigide ma silenziosamente intriganti.
Mi piace vedere che per loro, essere è immensamente più importante che apparire.
Mi piace il confronto fra la coppia tedesca e quella italiana.
Loro, i tedeschi, di norma sono così:
Lui, sandali, calzini corti, pantaloncini di pelle scamosciata, bretelle, camicia a quadretti, guance rosso fuoco, capelli biondi ed un panza che pare un barile di birra in pressione.
Lei, esattamente come lui ma con due poppe enormi sinuosamente appoggiate sulla pancia e birra in mano.
La coppia di Italiani a Garmish invece, di norma, si presenta così:
Lui, borsellino a tracolla, maglietta rigorosamente della BMW, felpa legata al collo della BMW, pantaloni perfettamente stirati sorretti da cintura mandatoriamente della BMW, scarpette da jogging della Nike, occhiali appoggiati sulla nuca e sguardo dell'uomo che non deve chiedere mai.
Lei......capelli cotonati, tinti il venerdì per essere perfetti il sabato, truccata come una fotomodella, camicetta rigorosamente bianca sbottonata per far si che si noti il taglio del seno ( rifatto ), cintura minimalista in pelle, jeans con inserti in Swarovski, scarpa tacco 13 ed in mano, al posto della birra, una borsetta Louis Vuitton ( non so neppure se si scriva così...)
Il tedesco passa ore a bere e parlare senza che ti accorgi neppure che esista.
L'italiano è ubriaco alla prima birra e per far si che qualcuno lo noti deve fare casino, per forza.....
Finito lo shopping, fingendoci tedeschi, scimmiottando qualche parola nella loro lingua ed approfittando della tinta giallastra dei capelli e del colorito biancastro della pelle, svicoliamo fra gli stand salutando gli amici viaggiatori ( non italiani ).
Da quando ho iniziato a scrivere questo post sono passate alcune manciate di secondi, siamo più vicini alla partenza e magari, dico magari, mi sarò inimicato qualche italiano .....
Ma che importa, l'importante anche per me è essere......
Ed io sono così !
Un piccolo, insignificante, imperterrito e sincero uomo del mondo, n'è italiano, n'è tedesco .....solo ed unicamente Gianni.