La pianura si chiama Pamir e per attraversarla ci vogliono 12 giorni ,durante i quali non troverete nulla se non un deserto privo di abitazioni o di qualsiasi cosa verde,tanto che i viaggiatori sono obbligati a portare con se qualsiasi cosa di cui hanno bisogno. La regione è cosi alta e fredda che non vedrete volare neppure un uccello. E devo sottolineare anche che, a causa del gran freddo , il fuoco non brucia in maniera cosi luminosa e che non riscalda come è solito fare normalmente..

Marco Polo , Il Milione

sabato 23 agosto 2014

Buona notte mondo

Dita indice premuto sul timpano e pollice che quasi penetra il bulbo oculare.......
Non è la trama di un film horror.....bensì la posizione che assumono le mie mani nel momento del decollo da Tanskhet.......non mi piace pen niente !!!!
Gisella invece, sicuramente più coraggiosa, si gode lo spettacolo dal finestrino e vorrebbe che anche io ammirassi il panorama, ma è più forte di me......questa roba non rispecchia i canoni di come mi piace viaggiare: ha più di due ruote  ma sopratutto ha le ali.....!!!!
Anche la nostra moto rientra in aereo, ma non sullo stesso sul quale siamo noi........beh almeno aumentiamo statisticamente le probabilità che qualcuno di noi tre......sopravviva.........

Eh si, si rientra alla base, si torna verso quel meridiano di Trana, punto di partenza di questa storia breve ma intensa, storia di un viaggio, storia di un pensiero lungo la via della seta, storia di incontri, di saluti, di sorrisi, di polvere, di vento, di stanchezza ma senza dubbio, di vita.
È giusto così, giusto tornare come altrettanto giusto farlo sognando di partire ancora.
Ma prima sento la necessità di chiudere gli occhi e riposare anche se, seduto sul sedile 25D traballante di questo cacchio di uccello metallico, cerco di rilassarmi.......respiro lungo........e penso......

Penso ad appena tre settimane fa, partiti da casa uscendo come mille altre volte dal garage.....
Le ruote che girano, i km iniziano a scorrere e finalmente ci si sente in viaggio, si avverte di essere parte della strada, come piace a noi.
Quella strada amica, con la quale spesso parlo, che a volte maledico per essere stata troppo crudele con altri.......
Quella strada che ci porta lontano, poco per volta sempre più ad est.
Prima la Grecia che, per motivi di tempo, non abbiamo la possibilità di vivere ma attraversiamo unicamente.
Da li la amata Turchia, le luci di Amasya e la sempre forte, violenta, inebriante, sensazione di essere lontani nell'appoggiare le mani sulle rocce del monte Ararat ormai giunti al confine con l'Iran.
Già.....l'Iran, terra che ci aveva rapito già l'anno passato, con le sue rigide regole ma con una forza che supera ogni frontiera, barriera, legge e imposizione.........gli Iraniani !
Ci spostiamo Gisella ed io, ci muoviamo e lasciandotici il Mar Caspio ( Cazzio per gli amici ) sulla sinistra raggiungiamo un luogo per noi completamente nuovo e fonte di notti insonni durante le fase preparatorie al viaggio, il Turkmenistan !
Luogo folle ! 
Il bianco candido dei palazzi di Ashgabat voluti dal Re, con i merletti dorati ai semafori e l'asfalto urbano che pare un biliardo fanno da contraltare e stridono come unghie su di un vetro al confronto con la periferia fatiscente, le strade disseminate di fosse e crateri profondi e le restrizioni della maggior parte della popolazione. Un luogo che colpisce, un luogo da conoscere, un luogo che potrebbe sembrare ricco, invece è povero come la maggior parte delle persone che vi abitano e vivono.
L'attraversamento del Turkmenistan avviene seguendo passo passo il nostro amico Geronimo il quale ci scorta sino alla frontiera successiva prestando ben attenzione che non venissero scattate foto ai numerosi monumenti dorati raffiguranti il loro sovrano. Ma nonostante Geronimo si sia impegnato......Gisella lo ha fregato.......!!!!
Caro Geronimo, ci sarà ben un motivo per il quale non ti abbiamo battezzato " Occhio di Falco " !!!!
In Turkmenistan la benzina costa davvero un'inezia, circa 20 centesimi di € al litro.
Per questa ragione, alla frontiera, ci viene chiesto quale sarà il tragitto che effettueremo per uscire dal paese in quei 3 giorni che ci sono stati concessi e , sulla base del percorso dichiarato, viene applicata una tassa da pagare prima dell'ingresso.
Il caldo inizia a metterci alla prova così come le strade che peggiorano mano a mano che procediamo.
Salutiamo il nostro amico Geronimo e ci tuffiamo in Uzbekistan.
O meglio, più che un tuffo si è trattato di un lento, faticoso, controllatissimo acesso a questo paese, per noi, nuovo.
Le pratiche in frontiera iniziano con misurazione della febbre, compilazione di moduli astrusi ( due ciascuno per ogni ingresso, ed in totale, alla fine del viaggio saranno quindi 16......).
 Il meticoloso controllo delle medicine, con tanto di verifica su internet che la nostra descrizione corrispondesse alla verità, unitamente al controllo di ogni singola fotografia presente su ogni singola scheda ( compresi i cellulari ) ci ha dato l'occasione di attingere a tutta la nostra tibetana pazienza.....
Pazienza della quale, io, ad essere onesto non sono proprio molto dotato......ma di fronte a personaggi come il tipo che, con somma calma e utilizzando il mio passaporto per attenuare la violenza di uno sbadiglio incontrollato, si prese quasi un'ora per apporre due timbri........che piaccia o no, questa santa pazienza occorre tirarla fuori da qualche parte.
Certo è che la meticolosità dei controlli in ingresso ed in uscita dalle frontiere Uzbeke non corrisponde parimenti ad una grande attenzione dei particolari nella vita di tutti i giorni e nelle cose, nel nostro mondo ormai essenziali, delle quali tutti potrebbero avere giovamento.
Due su tutte, benzina e strade......
La prima, si è guadagnata a pieno titolo un post ......
Nel cercare di capire quale sia la reale motivazione per la quale sia così difficile trovare benzina, abbiamo ricevuto un quantitativo abnorme di risposte differenti....... Ad oggi quindi, l'unica cosa che sappiamo, è che se non avessimo avuto una moto con serbatoio da 33 litri, avremmo faticato non poco.......
Passano i giorni e poco alla volta, quasi in silenzio, il Tajikistan si presenta davanti a noi.
È giunto il momento di portare lassù......i nostri pensieri, le nostre paure e le nostre speranze.
Ci aggrappiamo alla nostra moto e su di lei contiamo, come sempre, quasi come se fosse parte del team.
Arriviamo in cima e quella piccola soddisfazione personale, nel ripensare a chi aveva definito questo viaggio troppo complesso, si fa strada fra mille altri pensieri.
Difficile può darsi, impossibile .......mai !
Il Pamir ci ha rapito gli occhi, l'anima e i polmoni......lasciando in noi quel desiderio di tornare, e sempre nel rispetto di quel silenzio che tuona e rimbomba dentro i timpani, provare a a cercare la ragione per la quale quei luoghi .....ti stregano.
Ci giriamo indietro una ultima volta lasciando il lago salato posto subito sotto i famosi 4655 metri sul livello del mare. Lo fissiamo e fatichiamo a staccarci da quella immagine che pare non essere vera.
Il Pamir, non l'ha fatto l'uomo.......ma chi si è preso cura di dipingere quelle linee, quei colori, quelle sfumature, il tutto sulla tela di un cielo talmente intenso che nel fissarlo pare di essere dentro ad un enorme zaffiro, ecco, chiunque sia stato.........vorrei ringraziarlo di cuore.......sei un grande !!!
Scendendo di quota e abbandonando quel luogo quasi sembra che il viaggio sia terminato.
In effetti è un po' così, ma non posso, non devo mollare anche solo un attimo la concentrazione.
Si entra in Kirghizistan, luogo di grandi contrasti cromatici con le terre che sino a pochi km prima si presentavano brulle, arse dal sole e prive di vegetazione. Il verde ricompare ed i nostri occhi riconoscono quel colore a noi spesso familiare ma da giorni assente.
Le persone ci salutano solo dopo aver messo a fuoco il fatto che non si tratta di marziani venuti per conquistarli.
Ovunque c'è calore e desiderio di incontro, ovunque si avverte un semplice, puro e sincero valore della vita, composto da piccole cose, talvolta quasi nulle.......ma ciò che c'è, quel poco o nulla che c'è ......è per tutti.
Si spegne un po' il sorriso sui nostri volti, il viaggio volge al termine e noi rientriamo in Uzbekistan per effettuare il rientro della moto via cargo.
Incontriamo due ragazzi Italiani, e con loro dividiamo qualche ora e condividiamo mille pensieri di quanto ti rendano ricchi esperienze come quella passata.

Intanto, poco a poco, quest'ammasso di ferro volante è arrivato a Istanbul, dove siamo in attesa di prenderne un secondo volo che ci vomiterà a Milano in serata.
Il silenzio è scappato via, probabilmente sarà lassù dove nessuno lo molesta.
Qui è un gran vociare una collezione di parole che messe insieme sanno di finto.......ma alla fine questo è il nostro mondo, dobbiamo viverci e conviverci, dobbiamo attingere nuovamente alla tibetana pazienza utilizzata alle frontiere.......ma sappiamo di avere sempre un amico che potrebbe ospitarci il giorno in cui non saremo più in grado di sopportare questo.......il nostro amico Pamir !

Lassù ci siamo andati con Alba, la nostra moto.
È stata eccezionale, mai un tentennamento, mai una esitazione.
Anche in quota con basse temperature, benzine con numeri di ottani inferiori agli 85....si è sempre allineata allo spirito del team del quale fa parte......mai mollare !!!
Ci tengo a precisare che non sono state apportate modifiche di nessun tipo prima della partenza.....è esattamente come mamma l'ha fatta......

Ogni viaggio, richiede una intensa attività di preparazione ( dipende ovviamente dalla destinazione ), per quello in oggetto, lo sforzo profuso è stato enorme.
Volevo quindi in modo chiaro, trasparente ma diretto dire grazie a Gisella per la sua caparbietà nel non mollare mai neppure quel giorno della famosa telefonata qui descritta nel blog.
Vorrei dirle che partire da casa, andare a fare un "saltino" sugli sterratoni che portano lassù sul Pamir, non cedere mai è magari fare tutto questo in sole 3 settimane.......significa essere forti, lei lo è !!
Grande Gi complimenti davvero !!!!

Un grazie generale a tutti coloro che hanno letto e commentato il nostro blog. È stato bello sapere che c'era sempre qualcuno che seguiva quel puntino giallo spostarsi sul faccione rubicondo del mondo.
Un grazie a " ti fo una foto"......, un grazie a Geronimo, al piccolo Varano Tonante.
Un grazie a Roberto di Noale, grande professionista e grande uomo. Grazie lo stesso.
Un grazie alle persone che ci vogliono bene. 
Un grazie alle mie principesse.......
Ancora grazie a Gisella ed Alba, la prima seduta accanto a me in aereo e la seconda decollerà fra poco ( speriamo ....). 

È un po' triste chiudere il blog, tutto sommato ci abbiamo messo del nostro, ogni giorno, con le foto di Gisella e quelle quattro "pirlate" scritte dal sottoscritto.
Dispiace un po' perché ogni sera era come vi potessimo parlare, dire ciao, raccontare qualcosa e augurarvi una buona notte.
Ma fra breve arriverà l'aria fresca dell'autunno, cadranno le foglie e poi, il gelo e la neve scenderanno come un sipario naturale su quella che è stata la storia di un viaggio, nata come un sogno, cresciuta e maturata come una sfida, raggiunta, rispettata e respirata sotto cieli che nessun sceneggiatore saprebbe eguagliare.
Quel nostro teatro naturale che ci fa scoprire ogni giorno nuovi luoghi, nuovi volti, nuovi sorrisi e nuovi amici anche quest'anno ci ha accettato, protetto e talvolta schiaffeggiato.

Scendono le luci mentre scorrono i titoli di coda e dal pubblico spunta la mano di qualcuno che ad alta voce chiede " ........e l'anno prossimo.......dove si andrà ?..."
Mi giro, riapro per un attimo con le mani l'immaginario sipario, giusto per farvi passare il capo e rispondo
".........non importa dove, importa solo che sia l'avverarsi di un nuovo sogno......!!"

Buon inverno, buona notte mondo.
Chiudete gli occhi e sognate.

Gisella & Gianni











2 commenti:

  1. Sono "ti fo una foto".....ci sono dei sentimenti che fino ad ora mi erano sconosciuti....e provarli in maturità ..non avrei mai creduto...uno di questo ve lo posso raccontare. E' un sentimento antico. Quando l'oggetto di tale sentimento è materiale muove ruberie e guerre. Quando l'oggetto è immateriale fa cruciare chi lo prova....
    Il sentimento si chiama...."Invidia".
    Bentornati a casa ragazzi.

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  2. Solo ora, Marzo 2015 apprendo e leggo il vs post del Pamir, dopo aver sognato e preparato lo stesso viaggio, Moto gia' pronta per partenza a Giugno 2015, senza sapere che i miei stimati viaggiatori Gianni e Gisella ci erano appena stati !!!
    Dopo il vs racconto l'impazienza di partire aumenta ancor piu' !!
    Bat di Avigliana

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