La pianura si chiama Pamir e per attraversarla ci vogliono 12 giorni ,durante i quali non troverete nulla se non un deserto privo di abitazioni o di qualsiasi cosa verde,tanto che i viaggiatori sono obbligati a portare con se qualsiasi cosa di cui hanno bisogno. La regione è cosi alta e fredda che non vedrete volare neppure un uccello. E devo sottolineare anche che, a causa del gran freddo , il fuoco non brucia in maniera cosi luminosa e che non riscalda come è solito fare normalmente..

Marco Polo , Il Milione

martedì 12 agosto 2014

Passavamo di quá.....

Sono le prime luci del nuovo giorno a Mary, esattamente martedì 12 Agosto, quando Gisella, io, Geronimo ed nuovo componente della scorta, un ragazzo giovane da noi soprannominato "piccolo Varano Tonante " lasciamo il parcheggio dell'hotel e puntiamo dritti verso la frontiera ancora lontana.
La notte è stata abbastanza travagliata, il condizionamento dell'aria, posto esattamente sopra il letto, generava una microclima artico e noi, come si può immaginare, non possiamo permetterci il lusso di ammalarci.
Inizio quindi ad inventarmi soluzioni per chiudere i boccaporti di uscita dell'aria.
Non vi sono termostati o sistemi per regolarne l'intensità, tutte le stanze dell'hotel sono condizionate a 19 gradi, e che piaccia o no, questo è.....
La mattina passata Gisella si è svegliata con un leggero mal di gola ( ora passato ,proprio dovuto alla forte aria condizionata posta nelle camere degli hotel) e non voglio che si ripeta per nessun motivo.
Lassù, dove andremo, stare male significherebbe......avere un serio problema.
Parto quindi con la soluzione numero 1....... Una gruccia con su stesa una maglietta.....poco efficacie ! 
Passo alla soluzione numero due......stessa gruccia ma con su un asciugamano......efficacie ma non ancora abbastanza !
Resta il piano d'emergenza..... In moto ho del nasto isolante e dei sacchetti di nylon. Mi rivesto, scendo in strada nonostante sia già abbondantemente passata la mezzanotte da queste parti, risalgo in camera, salgo in piedi su un tavolino che pare muoversi già solo sotto il suo stesso peso e sigillo la bocchetta di areazione.
L'invenzione pare funzionare, anche se gonfia come una mongolfiera e rumorosa come un reattore nucleare.
Finalmente mi spengo anche io e crollo sotto un piumone d'oca che neppure in inverno a Sant Moritz mi verrebbe voglia di utilizzare.
La sveglia suona e senza la mia consueta Red Bull per colazione sono un po' " alle corde" ma non mollo.
Avvio la moto, Gisella sale e ci mettiamo all'inseguimento di Geronimo e del novizio piccolo Varano Tonante.
La strada che ci condurrà fuori dal Turkmenistan si preannuncia molto ostica da punto di vista dell'alsfaltatura, ma interessante dal punto di vista naturalistico.
Attraverseremo infatti la zona del parco naturale di Repetek, un'area dove regna sovrano l'animale simbolo, il Varano appunto.
Abbiamo letto che, nonostante il suo morso sia letale per via della saliva tossica, la gente del luogo lo accetta volentieri in quanto si ciba di Cobra e Vipere del deserto, molto comuni e frequenti in questa zona.
Oh si, poi oltre a questi animaletti vi sono anche altre cose più comuni come lo scoiattolo, il falchetto e la volpe......ma vuoi mettere un Varano ??? Quanto mi piacerebbe vederne uno....
Nonostante Geronimo mi avesse detto che dopo circa  100 km avremmo fatta una tappa ( io sono ancora in astinenza da sigaro ) viaggiamo di filato senza fermarci.
Ho la testa che ruota come fossi un gufo....
Un po' per identificare le enormi buche sulla strada e cercare di evitarle alla velocità di 130 km/h imposti dal capo indiano che guida la scorta....
Un po' per avvistare un varano......mi accontenterei di un cobra......o a mali estremi di una vipera....
Invece, circa 300 km dopo, SENZA soste e con due buche prese in pieno, arriviamo in vista del confine...
Animali avvistati .....due.....
Uno morto ed uno che attraversava la strada che taglia in due il deserto......
Due volpi ( del deserto appunto......ma sempre è solo volpi.  )
Geronimo arresta l'auto poche centinaia di metri prima della frontiera, ci saluta con freddezza, risale in auto e scompare.
Gisella ed io siamo finalmente liberi e proprietari di noi stessi.
Affrontiamo la frontiera di uscita dal Turkmenistan senza nessun problema.
Dopodiché, superato quel paio di km di terra di nessuno, arrivano alla frontiera Uzbeka.
Come prima cosa, di consueto, i passaporti.....
Poi, meno consueto, ci misurano la febbre.......
Gisella 36.7.......io 37.3 .....
Partono le domande.......stai bene ? Qualche problema ? Ti senti male ?
Ma che cavolo........sto benissimo !!!! Se solo non mi aveste lasciato mezz'ora sul piazzale infuocato a 43 gradi magari sarei un po' più fresco.
Ad ogni modo li convinco e supero il primo sbarramento.
Piccola nota.......Gisella ed io ora ci chiediamo.....ma se non mi avessero fatto entrare in Uzbekistan.....visto che il visto per il Turkmenistan scadeva oggi........ed essendo io esattamente li in mezzo.........dove sarei andato ?????
Domanda interessante.......alla quale non ho risposta.....e neppure mi interessa visto che, faccia da pirla ce l'ha fatta.....!!
Secondo sbarramento: compilazione di numero 4 moduli astrusi e controllo dei bagagli.
Sono senza occhiali quindi Gisella si presta per la compilazione dei documenti. Io invece raggiungo quel simpatico pezzetto di popò ( sempre detto in modo educato per la zietta ) seduto, anzi stravaccato alla scrivania ed inizio le pratiche.
Mi fa aprire tutte le borse, e con attenzione capillare controlla ogni singola cosa.
Parte con i sacchetti dell'intimo......eh va beh......non ne abbiamo mai troppi con noi quindi la cosa si risolve in fretta.
Passa alle attrezzature, sia quelle per le macchine fotografiche, svariate fotocamere e telefoni, sia poi a quelle che mi porto dietro in caso di guasto alla moto.
Per poi finire con le medicine.
Io sono senza occhiali ripeto ed inoltre non ho la malizia di Gisella nel riconoscere un antidolorifico per ciclo mestruale da un collirio se questi non sono nel suo astuccio di origine.
Per motivi di spazio invece, le medicine sono prive di ogni sorta di indicazione.
Per i primi due minuti quindi, faccio scena muta.
Diciamo che mi avvalgo della facoltà di non rispondere.....
Poi, terminata la compilazione dei moduli, arriva Gisella che, come una farmacista provetta, inizia la discussione di tesi di laurea: queste sono per il ciclo, questo è collirio, questo per potabolizzare l'acqua, questo nel caso di mal di pancia, questo per il vomito, questo.....di nuovo per la nausea, questa per la dissenteria......questa ecc ecc.
Il tizio mi guardava ed io guardavo lui con quel mezzo sorrisino stupido da uomo in balia della più totale ignoranza.
Credo che prima di arrendersi e farci richiudere le borse abbia pensato " ....questi Italiani probabilmente si cagano addosso di frequente......"
Impacchettiamo di nuovo tutto, saliamo sulla moto, una guardia ci apre il cancello e finalmente.......è Uzbekistan !!!!
Puntiamo dritti verso Bukara, città sacra dell'Islam e luogo di fortissimi legami storici con qualcuno dei nostri viaggi passati.
Il centro storico di questa città infatti, visibile dal tetto dal quale vi sto scrivendo ora per cercare di respirare un po'.....possiede il minareto più alto di tutto l'oriente.
Si narra, che il mio amico ( anche se con modi un po' grezzi ) Gengis Kan, dopo aver conquistato anche Bukara ed aver dato ordine di violentare le donne, uccidere gli uomini e distruggere tutto.....si fermò davanti alla gigantesca torre e, preso da grande umanità.......ribaltò l'ordine dato....
Non abbattete la torre ! Limitatevi a struprare le donne e uccidere gli uomini.......
Il caldo è atroce, ma quel vento secco del deserto ci da la forza di parcheggiare la moto e visitare la città.
Noi siamo quì perché andremo altrove, e questo lo sapete.....
Andremo dove nulla e nessuno farà parte di quel mio piccolo vivere di quella manciata di secondi che passerò vicino al monumento posto a 4655 m.s.l.m ......
Ma essere qui è comunque una grande soddisfazione personale.
Dopo quasi 6000 km, alcuni di questi difficili devo ammetterlo.
Ma quando tu sei seduto, in terra, a fissare quella torre come la fisso Gengis Kan secoli prima.
Quando sei appoggiato ad un gelso, impiantato nel 1470 e che ancora oggi regala la sua ombra.....
Quando sei così immerso in quei profondi pensieri, che magari molti credono sciocchi, mentre io invece credo che siano l'unica vera ragione del viaggiare....
Ecco, in quei momenti di pura estasi meditativa, sentire una che urlando come fosse sul balcone di casa dice, in Italiano ovviamente. ...." Dai, fai in fretta a darmi quello scialle per mia nipote che ho il pullman che parte fra poco per l'aereoporto..." 
Ecco, in quei momenti io inizio a parlare in lingue straniere, mischiando quelle poche parole di Tedesco che so e fingendomi un altro.
Mi viene in mente una scenetta di tre comici Italiani, i quali, dopo aver scalato una vetta fra mille peripezie, arrivano in cima e scoprono di non essere soli......
Alla domanda " ma voi che via avete fatto" gli rispondono......" Il sentiero !!"
L'orgoglio di essere arrivati sin qui si mischia con la, quasi, vergogna di aver impiegato una settimana, fatica, sudore, sofferenza e rischi....
Per altri invece, la fatica più grande è stata quella di recarsi all'agenzia di viaggi....
Non discuto, sono scelte.......fortuna che alla domanda " ma voi siete venuti sin qui in moto ?" La risposta è " si.......ma passavamo di quà per caso.....in realtà andiamo sul Pamir"......

Bukara, tappa odierna 390 km, una frontiera e mille buche sull'asfalto
Temperatura massima 43 gradi
Umore: positivo
Sete: tanta

Ci lasciamo alle spalle un paese, il Turkmenistan, molto poco noto a tutti.
Noi lasciamo là un pezzetto di noi.
Luogo controverso, apparentemente ricco perché appariscente ma nel suo intimo, molto povero.
Tre le città importanti, in mezzo il deserto, la sabbia, le volpi e, dicono, i varani che mangiano in cobra.
Donne bellissime ( dice Gisella )
Strade fatiscenti ( dico io )
Un Re, come purtroppo molti Re, che sicuramente saprà essere un Re ma non sa cosa sia essere un uomo.
Un luogo che per noi era, sin dall'inizio, una via di transito posta sulla Via della seta.
Un luogo che non dimenticherò perché, come tutti i luoghi della terra, ha un suo lato ricco ed un lato povero.
In quello ricco c'è un Re.
In quello povero invece, le persone che lottano e soffrono per vivere, ed io sono dalla loro parte !

Piccola nota....il tatuaggio di Geronimo........
È stato in galera !
Ma questo, sopratutto in posti come il Turkmenistan, non significa che sia stato un delinquente.
La storia ha riempito i cieli di fumi di persone con un numero tatuato addosso, ma nessuno di loro era da galera.
Bensì lo era il loro carceriere.

Domani sarà Tagikistan, ma prima avremo una tappa lunga e difficile.
Questo ci toglierà il sonno secondo voi ?
Per nessun motivo al modo !!
Ora mi stappo una birra, mi accendo un sigaro, leggo il racconto a Gisella, se lei approva pubblichiamo....e poi....a nanna.
La luna mi guarda ed ha una faccia simpatica stasera.....lei si che non può dormire......deve dare luce a questa notte Uzbeka.

Si viaggia ragazzi, 
Date retta al vostro medico.......fate un po' di moto......mantiene il corpo sano !!!

A domani









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