" vedi caro amico, nonostante siano passati un po' di anni dal tuo passaggio, se ci si concentra si sente ancora vivo il tuo tempo e il tuo narrare. Molte cose sono davvero simili a come tu le vedesti, altre invece, sono profondamente differenti. Mi piace soffermarmi su tutte le immagini di un viaggio, ma alcune di esse in particolare, mi pare di averle già viste. Invece sono solo il materializzarsi dei tuoi racconti con i quali hai insegnato al mondo cos'è il mondo....
È profondamente emozionante tentare di seguire le tue impronte lasciate lungo una parte immensa del nostro mondo.
È altresì immensamente ingiusto paragonare quanto da te fatto rispetto a ciò che ora abbiamo la possibilità di fare, ma nel nostro piccolo, ogni metro percorso dietro di te ci fa sentire come parte del tuo libro ed in qualche misura anche noi, piccoli, immensamente piccoli, viaggiatori.
Caro Marco, con il tuo viaggio ed il tuo narrare hai scatenato in molti di noi il desiderio di seguirti.
Anche se a debita distanza, noi ci proviamo, grazie ancora"
.......Ashgabat, Turkmenistan, sulla via della seta, dove secoli or sono, colui che oso definire amico ( perché di sicuro lo sarebbe stato ) Marco Polo, percorse. Partì senza quasi sapere, tornò conscio di poter raccontare.
Mi piace per questo.
Non importa quanto tu sia preparato su cosa troverai.
Importa solo quanto tu sei preparato ad affrontare ciò che troverai.
E per farlo non servono alchimie strane, fisici da superdonne o superuomini.
Serve una grande curiosità mista al rispetto di ciò che i tuoi occhi sfioreranno.
Serve sapere che non sono importanti le tue tracce, bensì sarà proprio il tuo transitare silenzioso e lieve a far si che qualcuno un giorno possa fare lo stesso transitando dinnanzi casa tua.
Ci piace questo, ci piace sentire di essere come il vento fresco che passa un attimo accarezzando i volti sconosciuti di molti, lasciando su di loro solo la sensazione di un istante.
Nulla più ....
Non abbiamo particolarmente fretta stamattina.
Alla frontiera Turkmena non possiamo transitare prima delle 14.
Ci separano solo circa 180 km e la stanchezza accumulata ieri ci costringe ad una mezz'ora di sonno in più.
Scendo dalla stanza e mi avvicino alla moto parcheggiata nel cortile.
Noto come sul manubrio vi sia qualcosa che non ricordo di aver mai utilizzato.
Un campanello da bicicletta.....
Mi guardo attorno stupito, controllo che non manchi nulla.
Tutto è al suo posto.
Mentre stupefatto cerco di comprendere, un cameriere esce dall'hotel, mi si avvicina e mi spiega.
Ieri sera, mio fratello è passato di qui.
Lui non ha la moto perché è vietata, ma voleva farti comunque un regalo da portare in Italia, ha smontato il campanello dalla bicicletta e l'ha montato sulla tua moto, spero non ti secchi....
Lo guardo e istintivamente lo abbraccio.
Questo è il mondo in cui vivo !!
Questi sono gli amici dei quali spesso vi parlo.
Queste sono gli sconosciuti che non sono ancora amici solo perché non li ho ancora incontrati !!
Questo è il sorriso di un giorno qualsiasi, in una città sconosciuta di un paese ritenuto ostile.
Questo è l'essere umano.
Questo, e solo questo, è il motivo per cui vale la pena aprire gli occhi al mattino. Perché succederà di certo qualcosa che non immagini possibile nel nostro mondo fatto di numeri, password, pin code ecc.
Raggiungiamo la frontiera del Turkmenistan arrampicandoci sulle ripide montagne che, come una barriera naturale lo separano dal'Iran.
Vista la scadente qualità della benzina, la temperatura e l'altitudine, noto come la moto detoni un po'.
Mi fermo sul ciglio della strada, in un luogo che toglie il fiato. Rabbocco con l'additivo antidetonante e mi accendo un sigaro ( dopo aver richiuso il tappo del serbatoio......tranquilli )
Gisella scatta un po' di foto ed io mi rimetto alla ricerca dei tanto famigerati serpenti........non trovo nulla e quindi ripartiamo.
Raggiunta la frontiera, sbrighiamo le pratiche di uscita, varchiamo il cancello metallico che ci lancia in quella terra di nessuno pizzicata fra le due nazioni.
Ora è solo ora quindi, posso finalmente raccontarvi un episodio del quale accennai qualcosa alcuni post or sono.....
Vi ricordate che parlando delle impronte digitali vi dissi ( tornerò più avanti sull'argomento ? )
Non mi sono dimenticato, anzi, ma solo ora per ragioni di sicurezza posso parlarvene.
Nei mesi che precedono la partenza abbiamo dovuto compilare decine di documenti e per quanto riguarda l'Iran, anche depositare nuovamente le impronte digitali.
Lo facciamo una sera, a casa, sui dei moduli prestampati approfittando di una rara serata dove io non mi trovo in trasferta.
Alcuni giorni dopo Gisella mi chiama, è fuori di se....occorre rifare tutto
" devi immediatamente trovare il modo di stampare nuovamente i moduli, trovare dell'inchiostro, apporre le impronte sui moduli, scannerizzare il tutto e inviarmeli via mail, il tutto entro un ora...."
Peccato che io sia in autostrada diretto a Napoli.....
Non ci perdiamo d'animo e Gisella inventa un metodo per il quale ho vissuto la mia permanenza in Iran con una punta di.....timore.....
Chiama un suo collega in ufficio, glie prende le mani, gliele inzuppa nell'inchiostro, pigia con forza le mani del ""volontario"" sui moduli e, prima che lui capisca cosa sta succedendo lo ringrazia.
Il tipo, che ovviamente non capisce, le chiede la ragione di questo gesto.
Oh nulla tranquillo, Gianni deve andare in Iran ma non ha tempo di consegnare le impronte.....
Ahahahahahahahahahahahahah........avrei voluto vedere lo sguardo del tipo sapendo che le sue dita andavano in Iran mentre lui magari ad Alassio.....
Acqua passata ormai, tranquillo amico mio, le tue dita sono al sicuro. Te le restituisco appena rientro.
Superiamo anche la frontiera Turkmena senza troppi intoppi salvo nuovamente un piccolo interrogatorio sul perché, pur essendo mia moglie Gisella, non portiamo l'anello.
Nulla di che rispetto alla frontiere del centro America che ancora ci svegliano di notte.
Scendiamo verso la capitale, la temperatura sale sino a 45 gradi centigradi.
Le montagne arse dal sole svaniscono di colpo ed in lontananza una macchia bianca nel nulla ci riempie gli occhi.
Si tratta di Ashgabat.
Una città che molto somiglia a Dubai, o meglio la scimmiotta.
L'attuale Re pare sia molto più ....umano di quello precedente il quale aveva imposto alcune regole a dir poco stravaganti.
Ne rimangono però comunque alcune come il coprifuoco da una certa ora.
Tutti gli edifici sono bianchi candido. In questo luogo privo di acqua vi è la fontana più grande al mondo, statue dorate, merletti dorati su tutti i semafori, e mille altre tamarrate che la rendono un tantino pacchiana.....
" caro Marco, non credo che tu l'abbia vista così Ashgabat....."
Ashgabat, Turkmenistan, tappa odierna 280 km
Temperatura massima 45 ( si inizia a fare sul serio ma il peggio deve ancora venire )
Fuso orario :+3 ore
Abbiamo superato i 5000 km dalla partenza da casa
Ogni viaggio giunge ad un punto in cui la stanchezza farebbe ammettere di desiderare altro.
Noi quel punto non lo abbiamo ancora raggiunto.....
Credo che anche Marco, partito con l'assenso del padre, noto trafficante di stoffe, si trovò di fronte a qualche difficoltà.
Ma cercò di superarle e vi riuscì.
Siamo sulle suo impronte anche per questo, passo dopo passo, metro dopo metro, saliremo lassù dove anche lui respirò l'aria rarefatta della valle del Pamir.
Non se ci riusciremo, ma so che proveremo e scendendo......volteremo il capo, sorrideremo e penseremo......eh si.....ci siamo riusciti !
Il viaggio continua, domani destinazione Mary, dove probabilmente il mio amico Marco cambio i cavalli........io invece .......farò benzina !!!!!
Caro Marco,
scusa ma ho solo tre settimane di ferie e a cavallo veniva un po' lunghetta.........
Via della seta ............se vi va........seguiteci.
buongiorno ragazzi leggendo giorno dopo giorno questi magnifici racconti che sono il più delle volte molto divertenti altre volte sono commoventi e per un momento mi sembra di vivere in un mondo migliore fatto di persone semplici e generose . è gratificante tutto questo e fa bene al cuore. grazie per le sensazioni che mi regalate, un abbraccio germana
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