La pianura si chiama Pamir e per attraversarla ci vogliono 12 giorni ,durante i quali non troverete nulla se non un deserto privo di abitazioni o di qualsiasi cosa verde,tanto che i viaggiatori sono obbligati a portare con se qualsiasi cosa di cui hanno bisogno. La regione è cosi alta e fredda che non vedrete volare neppure un uccello. E devo sottolineare anche che, a causa del gran freddo , il fuoco non brucia in maniera cosi luminosa e che non riscalda come è solito fare normalmente..

Marco Polo , Il Milione

giovedì 7 agosto 2014

Noi andiamo

Giovedì 7 Agosto, ottavo piano dell'hotel prossimo al centro di Tabriz, Iran.
Mi sorseggio una birra, rigorosamente analcolica ( pena per chi viene scoperto a bere alcool in Iran, 150 frustate ), mi sono acceso un sigaro e scrivo distratto di tanto in tanto dai suoni dei mille clacson e dalle luci delle auto visibili dall'enorme finestra.
La tappa di oggi, pianificata da tempo, non prevedeva chilometraggi pantagruelici in quanto, la perdita di una ulteriore ora e mezza rispetto l'ora Turca e il passaggio in frontiera avrebbero fatto si che si giungesse sin qui, dove ora siamo Gisella ed io, in tempo per la cena.
Quell'unico nostro pasto quotidiano che a volte come ieri, ahimè......delude.
La giornata inizia presto, grazie anche al sole che spacca in due il buio della stanza, illuminando però il cielo e scoprendo la cima innevata del monte Ararat.
Carichiamo la moto, e prendiamo una strada sterrata che porta al campo base.
Noi non intendiamo arrivarvi, bensì staccarci dal mondo e avvicinarci al monte, giusto per osservarlo, giusto per sentite il magnetismo che trasmette, giusto per salutarlo come se fosse un amico che è da un anno che non vediamo.
Stiamo in silenzio una mezz'oretta. Gisella scatta qualche foto, io, come un bambino appena arrivato in spiaggia per le vacanze, gironzolo fra i sassi vulcanici alla ricerca di qualche serpente.
Non sono appassionato di rettili, ma muoio dalla voglia di sapere come reagirei nel venderne uno...
Nel dubbio......ho sempre con me pronte, un paio di mutande di riserva.......
Cammino e non mi accorgo di allontanarmi.
È in quel momento che Gisella, come una mamma severa, mi redarguisce e mi richiama all'ordine 
" smettila di cazzeggiare, vieni qui che la frontiera ci aspetta".
Ho ancora addosso l'esperienza dell'anno passato ma nonostante tutto sono un po' in apprensione.
La frontiera Iraniana obbligava, il passaggio delle donne da un lato e degli uomini al volante, o come nel mio caso al manubrio, da un altro.
E per uno come me che di documenti, carnet de passage, carte verdi, libretti, passaporti, ecc non ci capisce nulla.....non avere il supporto dell'economa e parimenti accreditata notaia, commercialista e chi più ne ha più ne metta.....è un dramma !
Invece, poco per volta, anche in Iran le cose cambiano.
Scopro, con somma gioia, che Gisella può transitare con me, nonostante a lei non sia concesso di portare avanti le pratiche " d'ufficio".....Deve comunque essere l'uomo a farlo.
Ed allora mi ritrovo come un attore impreparato sul palcoscenico di un teatro, dove, al posto del gobbo, ben nascosto ma pronta a impartire ordini secchi e diretti vi è Gisella.
Prendi il libretto e dallo a quel tizio !
Ritira il libretto, passagli il passaporto !!
L'hai messo via il libretto ? Se si, ora dagli il carnet !!!
Io come impazzito, smanetto sti mille fogli, cercando di eseguire correttamente gli ordini.
Ma non basta mai....arriva sempre la domanda trabocchetto....
Dove hai messo la carta verde ?? Mi chiede Gisella 
Oh cazzo......e com'è fatta sta carta verde ??? Rispondo io con i sudori che partono dalla fronte ( spaziosa ) per poi morire giù, a sud....la sulle ormai, in umido, palline.
È verde !!! Basta che cerchi del verde....
Come se non bastasse il delirio della mia imbranataggine da frontiera, si aggiunge il fatto che ogni tanto salta fuori uno, mi si avvicina, mi sfila un foglio dalla mia ( anzi di Gisella ) cartellina porta documenti, per poi scomparire dietro una porta di chissà quale ufficio.
Immediatamente arriva il controllo del gobbo.....
Cos'ha preso quel tizio ??
........ed io taccio.......non sapendo.....taccio.....
Almeno hai visto chi fosse ? Com'era fatto ?
Oh si certo, rispondo io....
Era scuro di capelli ( bella questa vero ???? Ahahahah ) poi aveva una camicia chiara.
Dopo poco, da un altro ufficio, spunta un tipo, pelato con camicia scura.....mi si avvicina e mi infila in mano quel maledettissimo, fottutissimo foglio....
E il gobbo, sempre sul chi va la.....riappare......
Camicia bianca ehhh ????
Dopo un'ora di passione, le pratiche si concludono.
I documenti tornano nella cartellina come l'eco della voce rimbalza sulle montagne.....
Gisella cambia un po' di dollari in lire Iraniane, questa trattativa la gestisce lei......in quanto economa....
Ci rivestiamo,facciamo il pieno e finalmente partiamo verso la prima meta Iraniana, Tabriz appunto.
Una volta in moto, silenzioso nel mio casco, ricevo però un segno di stima dall'ufficio amministrativo posto sul sellino posteriore " dai, tutto sommato sei stato bravo....."
Sorrido, ma non mi illudo. Credo la frase sia stata solo dettata per darmi coraggio.
Ad ogni modo, grazie.....anche se sta carta verde, a dire il vero.....non ho ancora capito a cosa serva realmente.
La strada che scende verso Tabriz la ricordavo bella, fra montagne arse dal sole, un po' trafficata ma scorrevole.
Così è infatti.
Ci avviciniamo a questa città molto particolare.
Esse si snoda sui fianchi di alcune montagne, partendo dai 1400 metri s.l.d.m sino a sfiorare i 1800.
Con qualche fatica, a causa di alcune strade chiuse, raggiungiamo l'hotel.
In realtà, le fatiche sono state più d'una, come ad esempio dovermi caricare un tizio in moto, al posto di Gisella, e farmi accompagnare da lui sino all'ingresso dell'hotel.
Per poi scoprire che, per raggiungerlo, siamo passati per circa 100 metri su un marciapiede e per 500 contromano.
E siamo quindi arrivati a quell'ottavo piano dal quale questo racconto è iniziato.
Vista la cena approssimativa di ieri, avevo promesso a Gisella un lauto pasto questa sera, nonostante sia un po' come acquistare un gratta e vinci, ovvero essere quasi certi di perdere.
Leggiamo il menù, e a meno dei soliti kebab ( Gisella non mangia carne ) restava un piatto dal nome semplice ma dal contenuto che, essendo così banale sicuramente è qualcosa di particolare, chips and cheese.
Ma potrai mai essere un piatto di patatine ( quelle dei pacchetti ) con sopra del formaggio ???? 
Ma figurati daiiiiiiiii
................forse solo noi italiani abbiamo il vizio di battezzare piatti semplici con nomi fantasiosi tipo " bacio profumato in cuore friabile " per poi scoprire che si tratta di una banale fetta di salame su pezzo di pane. Oppure associare nomi semplici a piatti molto costosi ed elaborati.
Altri, molto più semplicemente prendono un pacchetto di patatine confezionate, lo aprono lo versano in un piatto facendoci colare sopra una mappazza di formaggio fuso e poi lo chiamano " patatine e formaggio "
Dopo aver saltato la Pide ieri sera, ed essersi trovata di fronte a quel piatto di cemento a presa rapida, il volto di Gisella stasera lasciava presagire una punta di nervosismo.
Ma, come il mio motto cita " never say never" ecco che il destino cambia il volto ad una cena.
Ad un tavolo vicino al nostro, un grappolo di ragazze Iraniane festeggiano il compleanno di una di esse.
Ad un tratto, un cameriere, spingendo un carrello con sopra una torta si avvicina a loro.
Rimango senza parole nel vedere quell'immane concentrato di panna.....
Si tratta di una torta alta circa 30 cm, di forma quadrata raffigurante un pacco regalo, bianco candida con dei decori colorati.
La faccio notare a Gisella la quale, incredula, si alza prende la macchina fotografica, un piccolo gadget portato dall'Italia e con circospezione si avvicina al tavolo, mentre io in quanto uomo, resto lontano.
In Inglese fa gli auguri alla festeggiata e chiede di fare una foto con loro ( in realtà il suo obiettivo puntava sulla torta ).
Loro accettano, si sistemano il velo, spacchettano i sorrisi tipici delle donne che sanno di essere fotografate ( che di solito nulla hanno a che vedere con quello vero.......ammettetelo daiiiii) e poi via al reportage.
Contenta Gisella rientra al nostro tavolo, e mentre io mi sorseggio un caffè turco, noto con la coda degli occhi che le ragazze ci fissano,poi sogghignano, ed infine due di loro si alzano e si avvicinano.
Con grande cortesia appoggiano sul nostro tavolo un piatto..........
Si.......quel piatto.....!
Un quarto di quella bomba di panna che già solo nel vederla mi era venuto voglia di prendere una citrosodina !
Ottavio piano del nostro hotel a Tabriz.
Io scrivo vicino alla finestra e fumo.
Gisella cerca disperatamente di riuscire a finire la ciclopica fetta di torta, ma credo che a breve dovrà soccombere ......

Domani si riparte, si galoppa verso Teheran.
Sarà una strada nuova, mai fatta prima e questo mi esalta !
Siamo riusciti a pubblicare il post di ieri e fino a quando, lo stratagemma che abbiamo trovato funzionerà, lo faremo.
Dopodiché se non vedrete altri post, non disperate ( ammesso che qualcuno li stia leggendo ovviamente ) perché continueremo a scrivere e li pubblicheremo non appena sarà nuovamente possibile.

Ogni volta che scrivo butto giù di impeto ciò che mi passa per il microscopico cervello di cui sono dotato.
Mi piace farlo, mi rilassa e mi sembra di poter raccontare a qualcuno, chiunque tu sia ora, un po' delle nostre emozioni.
Magari ci saranno persone che si chiedono perché io non scriva mai dettagliando maggiormente le strade, gli hotel, le velocità ecc ecc....
Non lo faccio, e mai lo farò perché per quello basta acquistare una guida turistica.
Per le emozioni, per gli sguardi, per quelle forti sensazioni che già soltanto la stretta di mano con il doganiere di stamane mi ha donato......ecco per quello non vi sono guide acquistabili.

Se quindi, caro amico/a, ti interessa scoprire che cosa ci farà sorridere, soffrire, emozionare domani.....continua a seguirci, noi ci impegneremo a far si che il nostro viaggio sia un po' anche tuo.

Tabriz, Iran, 374 km odierni
Fuso orario , +2.5 ore
Temperatura massima 35.5

Ho gran rispetto per ciò che ho già visto, bello o meno che sia.
Non rinnego nessun luogo visitato, anche quelli più impervi.
Ma potendo scegliere, io vado la dove non so cosa il giorno mi regalerà.
Forse sarebbe troppo facile tornare in un luogo già visitato solo perché è bello, facile e sicuro.
Ma chi mi dice che quello che devo ancora scoprire non lo sia molto di più ??
Domani è un giorno nuovo, come nuovo sarà il desiderio di viverlo e scoprirlo.
Per questo e solo per questo, noi andiamo.





3 commenti:

  1. Ahahahah!! Scusate... inizio a scrivere questo mio piccolo commento con una sincera risata, nell'immaginare il prode cavaliere del destriero di metallo, bagnato di sudore da capo a piedi, espletare con i tanti documenti necessari le pratiche della dogana... guidato dalla voce di Gisella, come si tirano i fili di un burattino...
    Mi permetto di ridere, perché anch'io ammetto di detestare scartoffie e burocrazia, di provare ansia fino a quando non scopro che non ho dimenticato nulla.
    Per questo tento di consolarmi dicendomi, senza crederci davvero, che si può essere bravi in tante altre cose, che il disordine è segno di genialità, ecc. ecc. :)
    Nel vostro caso, in ogni modo, l'importante è raggiungere gli obiettivi, anche compensandosi...
    e voi, i vostri obiettivi, li state centrando tutti.
    Pazienza per la multa per eccesso di velocità... più giustificabile prenderla in Turchia per colpa della polizia locale un po' infida, che in corso Francia a Rivoli, Torino... ;)
    Pazienza per la Pide mancata o il chips and cheese a presa rapida, se si riesce ad improvvisare un reportage fotografico ad una festa di compleanno, al solo fine di avere una bella fetta di torta (fame e golosità ingegnano...)
    Magari ci sentiamo di augurarvi stanze d'albergo più silenziose, quello si', dove poter riposare in vista della giornata successiva impegnativa.
    Ma per il resto, credo sia tutto perfetto così... ve la cavate alla grande!
    Attendiamo di poter leggere, quando potrete postare, ancora altri aneddoti del vostro viaggio, altri bei racconti come quello delle tombe dei Sultani, o del Monte Ararat... a proposito, a chi vi segue da tempo, credo sia venuta davvero la sensazione di tornare a visitate quel Monte un anno dopo... come se lo avessimo fatto davvero.
    A presto, buona continuazione.

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  2. ciao ragazzi che dire....siete uno spasso niente vi può fermare. coraggio e divertimento, conoscenza e intraprendenza sono la vostra forza. un abbraccio
    germana

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  3. Mi è capitato,più di una volta,che pensando di parlare con appassionati motociclisti,pieno di ammirazione e orgoglio dico:"sapete,ci sono due miei amici di Torino che sono partiti per...Lo scorso anno sono stati in...Mentre l'anno prima hanno fatto da...a...ed erano già stati in...Che esperienze meravigliose, loro e la loro moto..."Più di una volta ho sentito queste parole:"Ma saran mia ferie 'ste qui?invece di starsene tranquilli al mare,al lago o in montagna a riposarsi...Va beh!
    meno male che non siamo tutti uguali.."
    Eh già.......MENO MALE!
    Siamo con voi ragazzi,con anima e mente(vorrei anche col corpo!)ci state facendo
    vivere il vostro viaggio meglio del solito...
    Daniele & Sandrine

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